Blockchain, tutti i vantaggi della «macchina della fiducia» applicata alla filiera alimentare
Tutelare il Made in Italy, ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale dei prodotti alimentari, fornire al consumatore tutte le informazioni di cui necessita, dal campo alla tavola. Sono solo alcune della moltitudine di applicazioni che la blockchain, la catena di informazioni hi-tech può avere in numerosi settori produttivi, in particolare della filiera agroalimentare.
Sono stati questi i temi della prima edizione Onlife di Data Valley – Wine for Thought, l’esclusivo evento di ieri 20 aprile organizzato da Crclex e Blum in collaborazione con Infocert, IBM, e San Marco Informatica. Oltre 60 partecipanti tra imprenditori e professionisti per discutere di innovazione. A far capire i vantaggi della blockchain c’erano IBM e Gruppo Grigi, storico leader nel settore zootecnico ed alimentare, che ha aderito al progetto IBM Food Trust per valorizzare la pasta Aliveris, ottenuta da grano biologico e 100% italiano. Per rappresentare la realtà territoriale la testimonianza di EZ Lab, creatore della prima piattaforma digital che usa Blockchain e Smart Contracts per tracciare e certificare prodotti agroalimentari.
Malosio: «Innumerevoli le applicazioni della blockchain»
«La tecnologia blockchain porta con sé una serie di valori – spiega Fabio Malosio, blockchain solution leader IBM -. Le transazioni diventano visibili a tutti gli attori, quindi sono trasparenti. Siccome i blocchi sono concatenati all’indietro, rileggendo la blockchain all’indietro posso ricostruire la storia di qualunque asset che ho rappresentato, posso sempre stabilire la provenienza. Per lo stesso motivo, dato che nessun blocco può essere modificato, ho un concetto di immutabilità: se io vado a cambiare un mio blocco, perdo la concatenazione con i blocchi successivi, perdendo tutti i valori acquisiti. Tutti questi concetti sono utilissimi se applicati alla filiera del cibo: Food safety, riduzione di sprechi e sostenibilità ambientale sono solo alcuni dei nuovi vantaggi e nuove funzionalità che posso sperimentare con l’applicazione della blockchain».
Grigi: «Ogni pacco di pasta sarà unico»
«Abbiamo intrapreso la scelta della blockchain perché avevamo la necessità di comunicare con il consumatore finale – sottolinea Daniele Grigi, ceo di Grigi Alimentare – Food Italiae -. Un consumatore che per fortuna o purtroppo corre a un ritmo molto veloce. Il nostro problema è che essendo arrivati per ultimi avevamo una marea di dati, ma non sapevamo come metterli a disposizione del cliente: sapevamo esattamente qual era l’ettaro seminato, con quale seme, chi aveva seminato, quando era stato raccolto, come era stato stoccato, quando era stato confezionato e così via. Così due anni fa è partita la nostra collaborazione con IBM, abbiamo iniziato con la nostra pasta certificata a livello mondiale, che sarà lanciata certificata blockchain, con tutta la filiera. Ogni pacco di pasta sarà unico, e il consumatore potrà vedere tutte le informazioni».
Morbiato: «Blockchain per difendere il Made in Italy»
«Oggi, nel mondo digitale, la fiducia è la nuova moneta – afferma Massimo Morbiato, ceo e founder di EZ Lab -. Perché applicare la blockchain? Due prodotti su tre italiani all’estero sono contraffatti, e portano danni enormi. Noi, per esempio, tracciamo il formaggio Asiago, che va molto in California. Quello consumato lì però spesso non è prodotto ad Asiago, ma da caseifici italiani e non in sparsi per gli Stati Uniti o il Canada. A questo punto il gusto dei consumatori – abituati all’Asiago contraffatto – è mutato, e generazioni intere lo preferiranno al reale formaggio vicentino. Con la blockchain quindi si possono acquisire molte informazioni, e utilizzarle per valorizzare il prodotto».